ARG - Patagonia e Terra del Fuoco
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- Categoria: Avventure di pesca
- Scritto da Massimiliano Perletti
and photos: Massimiliano, Valeria, Vittoria e Martino Perletti
Tempo di lettura: 15 minuti

Patagonia e Terra del Fuoco
... resoconto di un viaggio di pesca … ma non solo.
Viaggio in Patagonia e Terra del Fuoco con famiglia: non banale riuscire a conciliare le esigenze di mia moglie Valeria e mia figlia Vittoria (mercatini, passeggiate, giri a cavallo…qualche museo) con le mie e quelle di mio figlio Martino (pesca a mosca a più non posso…).
Alla fine posso dire di esserci riuscito. E di ciò Martino ed io ringraziamo Valeria e Vittoria.
Andiamo con ordine. Arrivati a Buenos Aires incontriamo Vittoria, lì da sei mesi per uno scambio universitario.
Giornata a zonzo per la capitale visitando qualche mercato, la zona di Palermo, Plaza de Mayo e le vie del centro. Spettacolo di tango e per cena…asado con chorizo, morcilla e picada per poi passare ad un Ojo de bife che da solo è valso il viaggio!
Prima tappa Bariloche, dinamica cittadina sulla sponda meridionale del lago Nahuel Hapi.
Stupendo trekking sul cerro Las Buitreras attraversando un paesaggio eroso dal vento e caratterizzato da una serie di conformazioni di roccia friabile simili a giganteschi “formicai”.
L’indomani puntata a Junin de los Andes a trovare Gigi Pironi.
In Argentina da oltre 15 anni, Gigi gestisce l’Hosteria Tano Vano, lodge per pescatori ma non solo. Mi ha messo in contatto con Santiago con il quale io e Martino abbiamo disceso in gommone (la “flotada”) un lungo tratto del Rio Chimehuin. Trote tante e molto belle: sia fario che iridee.
Nel frattempo Valeria e Vittoria hanno visitato San Martin de los Andes e fatto una passeggiata alle pendici del vulcano Lanin che domina incontrastato il paesaggio.
Tornando a Bariloche, costeggiando una delle tantissime lagune lungo la strada, assistiamo ad una intensa schiusa di caddies con grosse trote che bollano in modo costante e frenetico.
Sono quasi le 10 di sera ed abbiamo ancora non più di 15 massimo 20 minuti di luce. Parcheggiamo la macchina sul bordo della strada e armo in fretta e furia la canna.
Da posizione difficilissima al terzo lancio aggancio una grossa iridea che dopo qualche salto spettacolare riesce ad infrattarsi trovando riparo sotto un arbusto vicino alla sponda. La tengo per qualche minuto ma alla fine rompe il finale.
Classica situazione in cui non sai se sia maggiore la soddisfazione nell’avere trovato subito la mosca giusta ed avere fatto il lancio perfetto o la frustrazione per avere perso un pesce stupendo per non essere riuscito a tenerlo lontano dalla zona di pericolo.
Pace!
Il giorno successivo, Natale, siamo sulla foce del Laysen, nel tratto tra il ponte ed il lago.
Condizioni perfette per pescare a streamer. Aggancio un paio di trote ma non grandi. Gli accordi con le girls erano stati chiari. Il giorno di Natale…non più di due ore di pesca. Mi accontento (si fa per dire) e ringrazio comunque per la gentile concessione.
L’indomani, dopo 8 ore di viaggio lungo la mitica Ruta 40 (la strada più lunga dell’Argentina ed una delle più lunghe al mondo), arriviamo a Rio Pico, nella provincia di Chubut nella Patagonia Centrale. Il cartello che segnala la distanza dal paese…parla da solo. Da Rio Pico altri 35 km su strada sterrata e raggiungiamo il lodge Las Pampas. Calorosa accoglienza di Oggy con sua moglie Claudia e le sue piccole bambine. L’ambiente è famigliare. Ci sono anche Santos (Sapo), Jack e Sky, ragazzi molto simpatici e guide eccezionali.
Si cena tutti assieme ed il giorno seguente peschiamo in una valle chiamata “Africa” perché ricorda una savana nella quale si alternano canali naturali e lagune. In questo affascinante ecosistema sono presenti in egual misura sia fario che iridee. La taglia media supera il chilo.
Nelle zone di acqua stagnante occorre lanciare nelle “pocket” cioè le zone non ricoperte da erbai o comunque vegetazione. Si pesca con finali 4 o 3 x con imitazioni di libellule o caddies. Spesso su bollata e quasi sempre con vento forte di traverso o peggio, contro. Pesca molto tecnica in un ambiente veramente unico.
Sicuramente una delle giornate di pesca più belle della mia vita. E per Martino, che nonostante la poca esperienza è riuscito a catturare diversi pesci di taglia, per sua stessa ammissione sicuramente la più bella.
L’indomani si pesca dalla barca sul “lake 1-5”.
Inutile dire che anche qui l’ambiente è straordinario. L’acqua cristallina e le Ande fanno da cornice al lago. Un tuffo rigenerante con maschera e boccaglio in perlustrazione del fondale mi serve per farmi un’idea di cosa si muove sotto la superficie.
Acqua non freddissima ( tra gli 8° e i 9°) e subito in barca, battendo le sponde con lanci sempre verso riva, spesso con vento trasversale.
Alla fine della mattinata quattro trote in totale catturate a secca con imitazioni di libellule. Pesci bellissimi tra i 60 ed i 70 cm.
Nel pomeriggio ci spostiamo di solo pochi chilometri e peschiamo sul Rio Pico. Le catture non si contano. Finalmente anche Valeria e Vittoria riescono a spiaggiare la loro prima trota patagonica!
E alla sera, tornati nel lodge, grandi festeggiamenti per l’occasione. Il giorno successivo lasciamo il lodge e accompagniamo i ragazzi all’aeroporto di Esquel. Vittoria torna in Italia dopo 6 mesi e Martino raggiunge la fidanzata a Iguazou. Io e Valeria proseguiamo il viaggio.
Destinazione El Calafate. Immancabile trekking sul ghiacciaio Perito Moreno ed un giro in battello tra gli iceberg del “Lago Argentino” per ammirare gli altri due ghiacciai: Spegazzini e Upsala, meno noti ma non meno imponenti del più conosciuto Perito Moreno.
Corsi d’acqua in prossimità di El Calafate non ce ne sono. Unica eccezione, il Rio Centinela (molto bello il fiume e tante le trote, ma piccole: taglia media 25/30 cm) a pochi chilometri dall’Estancia El Galpon del Glaciar dove Valeria ed io abbiamo trascorso il capodanno, facendo la conoscenza di personaggi molto originali tra i quali Ofer, avventuriero, esploratore e viaggiatore di professione.
Ultima destinazione del viaggio: Tierra del Fuego.
Giornata a Ushuaia, con visita al faro e all’isola dei cormorani e dei leoni marini. Cena al ristorante Volver degustando il piatto tipico di Ushuaia: il granchio reale (la “centolla”), al vapore o con il parmigiano e verdura. Carne tenera e molto dolce, una prelibatezza.
L’indomani breve sosta a Casa del Campo, l’unico negozio di pesca a mosca di Ushuaia, dove il titolare, un simpatico e gentilissimo omone dal nome impronunciabile, sfoggiando orgoglioso esemplari di trote e salmoni tatuati sui bicipiti, mi ha dato utili consigli su dove fermarmi a pescare lungo la strada da Ushuaia a Rio Grande. Tra i quattro o cinque spot da lui consigliati ci fermiamo lungo il Rio Milla, lungo la laguna della sponda ovest del lago Fagnano e nel tratto adiacente alla strada del Rio Fuego.
Rio Grande non ha letteralmente nulla da vedere e nulla da fare. Ha però il fiume forse più iconico di tutta l’Argentina: il Rio grande. Due giorni di pesca accompagnato da Peter, titolare di Angler’s Adventuras Fly Shop a Rio Grande. Persona squisita e guida esperta e capace. Peter mi anticipa che saranno due giorni tosti ed impegnativi. Vento forte e costante e risalita di sea trout in ritardo. In due giorni aggancio solo una trota. Molto bella ma non di quelle….. “trophy size” per cui si attraversa il pianeta!
Grande soddisfazione per avere evitato il cappotto sul Rio Grande ma amaro in bocca per non avere agganciato la trota della vita!
Un buon motivo per ritornarci.
Dopo due giorni sul Rio Grande rientriamo a Buenos Aires e, per chiudere in bellezza, giornata sul delta del Rio Paranà. Ambiente stupendo. Poco più di un’ora di barca per raggiungere la zona di pesca e dopo non più di 5 lanci…… Valeria ha in canna un dorado sui 6 kg.
Quasi in simultanea ne prendo uno anche io, di poco più grande. Entrambi a spinning e quindi…per me non vale. Cambio canna e monto una 9 piedi coda 6. Non devo aspettare molto per agganciare un altro bellissimo esemplare….e poi nel corso della giornata ancora due wolf fish intorno ai due chili.
Giornata di pesca memorabile. Verso le 18 rientriamo alla marina di San Isidro da dove eravamo partiti e da lì andiamo diretti all’aeroporto per il rientro in Italia.
In aereo commento il viaggio con Valeria: esperienza completa in cui, lato pesca, ammetto di non essermi fatto mancare (quasi) nulla. Argentina paese affascinante e gente calda e cordiale. Ottimo il cibo. Paesaggi stupendi. Gli spostamenti in macchina mai noiosi e sempre movimentati da vivaci e stimolanti discussioni in famiglia…. grazie all’amico scrittore (e pescatore) Raul Montanari.
Infatti nel corso dei lunghi trasferimenti in macchina abbiamo letto e commentato tutti i capitoli del suo avvincente ultimo libro “L’amore non è un arrocco”.
Ne sono nati accesi confronti, anche molto animati, che hanno contribuito a rendere questo viaggio in Patagonia argentina e Terra del Fuoco veramente unico, intenso e coinvolgente.
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